30 Apr 2021

La protesta degli agenti della Polizia Penitenziare di Vasto

Gli agenti della Polizia Penitenziaria di Vasto, per la prima volta hanno protestato questa mattina, davanti all’ingresso della Casa Lavoro di Vasto, per esprimere tutto il loro disagio, riguardo alle condizioni di lavoro in cui da troppo tempo sono stati messi. La carenza di organico e la ridotta capacità degli appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria di poter assolvere correttamente ai propri compiti istituzionali, aumentando il rischio lavorativo, abbassando i
livelli minimi di sicurezza, sono stati i temi che tutte le sigle sindacali hanno voluto esprimere alle istituzioni giunte ad ascoltarli.

Presente il sindaco di Vasto Francesco Menna, il consigliere regionale Pietro Smargiassi e la deputata Carmela Grippa.
“Ormai da tempo vengono denunciate le gravissime carenze organiche di poliziotti penitenziari nell’Istituto vastese che si aggira oltre le 25 unità. Alla carenza organica qui riportata non è stato conteggiato il personale che nei prossimi mesi andrà in quiescenza, senza contare alcune unità di poliziotti che sono costretti a rimanere fuori servizio a causa delle diverse aggressioni subite da parte dei ristretti negli ultimi tempi, nonché per altre motivazioni.
A questo si aggiunge, inoltre, il fattore “età”, in quanto la maggior parte dei poliziotti penitenziari hanno una media di 50 anni ed oltre, con alle spalle
30/35 anni di servizio. Basti pensare che dal mese di gennaio c.a. il personale ha raggiunto un monte ore di straordinario pari a quasi 10.000 ore accumulate; gli stessi poliziotti non fruiscono di regolare giorno di riposo settimanale, nonché di congedo ordinario, accumulando in questo modo più di 150 giorni da fruire ad
personam (per un totale approssimativo di 7000 giorni). Inoltre, sul piano organizzativo-gestionale, bisogna tener conto della cospicua presenza di soggetti internati (perlopiù con problematiche psichiatriche), nonché delle problematiche correlate all’apertura della sezione COVID.
Questi fatti sono stati denunciati soventemente da parte delle OO.SS. e pertanto continuiamo a lanciare il nostro grido di allarme, affinché l’Amministrazione Penitenziaria Centrale provveda a delle congrue assegnazioni e l’apparato governativo si faccia carico di un serio progetto di assunzioni, visto che in Abruzzo ci sono tanti Istituti nella medesima condizione organizzativa.