Il 5 gennaio si terrà il tradizionale canto della “Pasquetta”
SAN SALVO. Grazie agli Amici della Pasquetta anche quest’anno si terrà il tradizionale canto.
Da oltre vent’anni Nicola Iannace e i suoi amici, alla fisarmonica Ivo Balduzzi , alla chitarra Ergilio Monaco , a dirigere Loriano Raspa e la voce di Fernando Sparvieri, non mancheranno la Befana e il carretto di Nicola Dolce, i cantori proporranno cosí alla città il canto della “Pasquetta”, percorrendo le strade della città.
Come ogni anno il percorso partirà kalle ore 17.00 da casa Iannace in via Milano. Il primo canto verrà eseguita al cospetto del parroco di San Nicola Vescovo, don Beniamino Di Renzo, a seguire in piazzetta Europa a casa di Angelo D’Andrilli. Accompgnati dalla Befana con il suo cesto di caramelle e il cigolio di un vecchio aratro trascinato a mano, si raggiungerà piazza San Vitale dove i musicanti saranno ricevuti da don Raimondo Artese, parroco di San Giuseppe.
L’allegra compagnia proseguirà, infine, per la Pizzeria Porta della Terra di Gabriele Ranieri e il Bar Corso Umberto.
La serata si concluderà con le famiglie dei partecipanti al ristorante Poseidon a San Salvo Marina.
Nel corso della serata il sindaco Tiziana Magnacca assieme a don Raimondo e don Beniamino consegneranno il ricavato delle offerte raccolte con i calendari degli Amici della Pasquetta a una famiglia bisognosa di San Salvo.
Di seguito il tradizionale canto:
“Noi veniamo in questa sera con la nuova piú che vera:
domattina é la Pasquetta che sia Santa e benedetta.
Si riempiono i nostri cuori
di contento e di stupore
vanno gli angeli cantando
e i Pastori festeggiando.
Van dicendo per la via
“oggi è nato il gran Messia”
I tre re dall’Oriente
se ne partirono allegramente.
Grande Stella rifulgeva
arrivata ad un tal luogo
si fermò la stella un poco.
Si fermò la bella stella
sopra rozza capannella
dove c’era un gran signore
Dio nato Redentore.
vi giunti i santi Re
genuflessi tutti e tre
al Bambino Redentore
dieder mirra, incenso e oro.
Adorato il Dio bambino
si rimisero in cammino
e devoti rimarranno
ed al tempio se ne vanno.
Or che detto abbiamo il vero
di un grandissimo mistero
noi di qui non ce ne andremo
se di doni non ne avremo.
Dateci a noi un gallinaccio
o salsicce o sanguinaccio
o prosciutto o mortadella
o buon cacio o scamorzella.
E se ora non potete
domattina ce li darete
e intanto vi auguriamo buona
“Buona Pasqua” e ce ne andiamo.