Valle del Trigno
Chi ama la tranquillità e l’aria fresca della collina, può programmare una gita fuori porta, alla scoperta dei sedici comuni che ricadono nel territorio della Comunità montana del medio Vastese. Sono piccoli paesini a pochi chilometri da Vasto e San Salvo, gioielli incastonati nella rigogliosa e verde natura, che non stupiscono solo per la bellezza dei luoghi e per la ricchezza di storia, cultura e tradizioni: a conquistare i visitatori è la cordialità e la tempra verace degli abitanti nonché i piatti della cucina tipica locale, preparati dalle massaie più anziane ancora secondo le ricette di una volta.
Gli appassionati di storia non possono non visitare i castelli di Palmoli e Carpineto Sinello dove c’è il caratteristico e unico Museo del maiale. Sempre sulle tracce del passato, l’itinerario può proseguire per Fresagrandinaria, Lentella e Cupello, dove le campagne di scavo hanno riportato alla luce preziose testimonianze archeologiche. Qui c’è la villa romana di Colle Polercia la cui esistenza è stata scoperta in seguito al rinvenimento di una cisterna coperta con volta a botte, utilizzata come stalla fino a circa un decennio fa. La villa era una grande e lussuosa residenza tra il III e il IV secolo d.C., arricchita da una struttura termale privata avente un calidarium, un tepidarium, un frigidarium e altre vasche da bagno.
A breve distanza, si possono visitare i comuni di Monteodorisio, dove trovasi l’imponente castello a baluardo della vallata e l’importante Santuario della Madonna delle Grazie, meta di pellegrinaggi e con un ricco archivio che documenta i miracoli accaduti e le grazie ricevute, e Scerni, cittadina dai dolci contorni collinari, che è un laborioso centro di produzione di olio, vino e salumi ed è sede dello storico Istituto Tecnico Agrario, istituzione risalente al 1879.
Altra tappa di questo viaggio è San Buono dove, nell’ex convento di Sant’Antonio, è ospitato il Museo per l’Arte e l’Archeologia. Le tematiche e gli oggetti sono proposti in un percorso essenzialmente cronologico che si snoda dal Pleistocene medio, quando in questa zona si muovevano enormi proboscidati. Vi sono esposti reperti eccezionali e in buona parte ignoti: una possente zanna risalente a circa 400.000 anni fa, corredi funerari preistorici, ornamenti arcaici in bronzo, antichi materiali votivi e oggetti recanti iscrizioni in osco.
I buongustai hanno una fermata obbligatoria a Guilmi per assaggiare la ventricina, il prelibato insaccato che viene prodotto nelle colline del vastese con le parti nobili del maiale.
Passeggiate ad alta quota respirando aria frizzante si possono fare a Roccaspinalveti e a Tufillo dove anche qui sono state rinvenute preziose testimonianze che vanno dall’Età del Bronzo alla piena età imperiale (II secolo d.C.). Il nome di Tufillo è entrato nella letteratura archeologica grazie alla scoperta di una statuetta in bronzo, che rappresenta un personaggio maschile imberbe variamente interpretato come Ercole in assalto o come Giove in aspetto giovanile.
Da visitare pure Dogliola, suggestivo paesino di poche centinaia di anime, che si erge su uno sperone e si affaccia sul versante sinistro del fiume Trigno.
Suggestivo lo scenario a Gissi, sede della Comunità montana. Qui le abitazioni più antiche sono state costruite a strapiombo sulla roccia. La passeggiata continua, riscendendo più a valle, a Liscia dove si trova il Santuario di S. Michele Arcangelo immerso nel verde di un enorme bosco e adiacente ad una antichissima grotta con sorgente e stalattiti; si prosegue poi per Casalanguida e Furci, patria del Beato Angelo, monaco agostiniano venerato in tutto il Vastese, le cui spoglie mortali sono custodite nell’omonimo santuario.
Tracce dell’esistenza di antichi popoli si trovano anche a Schiavi d’Abruzzo, nell’area sacra dei templi italici. Il sito archeologico si trova a quota 864 metri. Il Tempio Maggiore (II secolo a.C.) e quello Minore (inizi I secolo a.C.), affiancati e paralleli, costituiscono le emergenze oggi visibili, su una spianata terrazzata da un lungo muro in opera poligonale e quadrata, che limitava ad Ovest il santuario. Esplorazioni recenti hanno ampliato le conoscenze sull’area grazie a nuovi e importanti ritrovamenti: l’altare monumentale, di fronte all’edificio minore e ad esso coevo, un’estesa necropoli sul pendio a Sud-Est dei templi, utilizzata dal X secolo a.C. alla piena età romana, in parziale contemporaneità dunque con il vicino santuario, e un altro luogo di culto poco più a valle, dotato di un piccolo edificio a due vani, abbandonato poco dopo la guerra sociale (91 – 89 a.C.)